Stazioni ferroviarie d’Italia: in treno verso Fornello, il borgo disabitato
Prosegue la rubrica dedicata alle stazioni ferroviarie d’Italia. Un appuntamento quindicinale che ci condurrà alla scoperta delle stazioni più importanti, più antiche o più suggestive del nostro Paese.
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Fornello: un nome pressoché sconosciuto in ambito ferroviario
La stazione di Fornello era una fermata ferroviaria a servizio dell’omonimo borgo in provincia di Firenze. Un piccolo centro di origine ferroviaria, abitato nel passato da poche persone e ora disabitato.
La minuscola stazione è posta sulla ferrovia Faentina nella zona tra due lunghe gallerie, lungo il tratto appenninico della linea non elettrificata ed a singolo binario chiamata Faentina (Firenze – Faenza) fra Ronta e Crespino del Lamone.
Essendo Fornello alla fine della salita che da Ronta arriva al valico della linea, posto sotto la galleria degli Allocchi il cui imbocco è proprio nei pressi della stazione, in passato i lunghi treni merci a vapore che impegnavano la linea avevano necessità di una o due locomotive di supporto per superare la salita; per questo motivo la fermata veniva utilizzata come termine di servizio di “spinta” per queste vetture.
A causa della distruzione della ferrovia da parte dei tedeschi durante la loro ritirata, nei pressi della stazione c’era un ex cava di materiale lapideo, utilizzata per la ricostruzione della linea. Lì erano rimasti i binari a scartamento ridotto (la distanza tra le due rotaie era inferiore rispetto a quelle ordinarie) con i vagoncini per scaricare il materiale nel sottostante impianto di frantumazione.
A Fornello, oltre al grande fabbricato viaggiatori che comprendeva la sala di aspetto e gli uffici del capostazione c’era anche l’edificio del dormitorio per il personale ed il rifornitore, un grosso serbatoio di acqua che serviva ad alimentare le colonnine idrauliche per riempire i tender delle locomotive a vapore.
Il taglio della legna di fronte alla stazione
Un altro periodo interessante era quello del taglio della legna nei boschi al di là del torrente, proprio di fronte alla stazione: la legna veniva legata a fasci e, per mezzo di una teleferica, veniva fatta scendere agganciata a una carrucola lungo un cavo d’acciaio che partiva dal bosco e giungeva fin sul piccolo piazzale della stazione: da qui, a bordo di carri pianali, veniva trasportata fino a Ronta, dove era prelevata dai camion.
Nel 1956 ricominciarono a passare i treni lungo la Faentina, riaperta parzialmente fino a Crespino del Lamone; le macchine a vapore si vedevano raramente se non per il traino di treni materiale o merci. La cosa bella è che a Fornello ci si arriva solo con una lunga scarpinata nella foresta; fino a una decina d’anni fa il treno fermava ancora purché ci fosse una comitiva di almeno venti persone a richiederlo. Di solito erano fungaroli, ma dopo una giornata di autunno, in cui si registrarono molti dispersi per colpa dei torrenti in piena e un impegnativo intervento con elicotteri per ritrovarli, le ferrovie si rifiutarono di far fermare ancora i treni a Fornello.