Venezia Mestre: consegnato da RFI il progetto di fattibilità della nuova stazione
Riqualificazione dello scalo e degli spazi adiacenti e importanti interventi strutturali per connettere Venezia Mestre e Marghera attraverso una piastra ciclopedonale da realizzare sopra i binari.
Queste le caratteristiche principali del progetto di fattibilità tecnico economica per la realizzazione della nuova stazione di Mestre, frutto dell’accordo di programma sottoscritto da RFI, Comune e FS Sistemi Urbani il 15 luglio 2019 e consegnato al Comune di Venezia.
Il valore dell’investimento è di circa 75 milioni di euro; il programma prevede nel 2024 l’emanazione del bando di gara per iniziare i lavori e il completamento e consegna dell’opera nel 2027.
“Oggi possiamo veramente dire che a Mestre il futuro diventa presente. RFI ha capito la bontà e la necessità di dare alla città una stazione più innovativa e moderna, capace di superare definitivamente quella terribile cesura creata dai binari che per decenni aveva diviso Mestre da Marghera – commenta il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro –. Questo investimento di circa 75 milioni di euro, non solo potenzierà sensibilmente uno degli svincoli ferroviari più importanti d’Italia, ma consentirà una generale riqualificazione dell’intera area sia in chiave di sostenibilità che di rigenerazione e investimento green”.
La piastra di connessione tra Mestre e Marghera
L’attuale edificio che ospita i principali servizi ai viaggiatori sarà oggetto di un radicale ammodernamento. Sarà costituito da due livelli: il primo dedicato, come oggi, a biglietteria, sale di attesa e altri servizi per chi è in viaggio; il secondo, di nuova costruzione, consentirà l’accesso a una terrazza verde nel cuore della città destinata principalmente ad attività di ristorazione.
Uno degli interventi più significativi dell’ambizioso progetto di riqualificazione è sicuramente la piastra che connetterà Mestre e Marghera, oggi “divise” dalla ferrovia. Sarà lunga 100 metri, larga 31 e posta a 9 metri di altezza rispetto ai binari.
Da un punto di vista funzionale, la piastra può essere suddivisa in tre fasce longitudinali: la prima, sul lato ovest, costituisce il percorso urbano di collegamento tra Mestre e Marghera; la seconda, sul lato est, garantisce un ulteriore accesso ai marciapiedi attraverso ascensori e scale mobili e fisse; la terza, quella centrale, è destinata ad ospitare i servizi ai viaggiatori e i varchi di accesso dal percorso urbano verso il corridoio sopraelevato della stazione.
Accessibilità migliorata
Oltre la “ricucitura” tra Mestre e Marghera, un altro fondamentale obiettivo della nuova opera è potenziare l’accessibilità alla stazione e le connessioni urbane sostenibili con un radicale rinnovamento degli spazi adiacenti. Lungo il viale della stazione saranno presenti stalli destinati ai servizi taxi, altri destinati alla sosta breve (Kiss&Ride) e due stalli riservati alle persone con mobilità ridotta.
Di fronte alla nuova piazza urbana, ad est del fabbricato viaggiatori, ci saranno le fermate del trasporto pubblico locale e, oltre le torri di nuova costruzione, sarà realizzato un terminal per i bus. La stazione, inoltre, è servita da un parcheggio multipiano da dove, mediante un sistema di rampe, le persone a ridotta mobilità potranno raggiungere entrambi gli ingressi del nuovo edificio accedendo dal lato della piazza urbana o dal viale della stazione.
Le stazioni diventano hub funzionali
Abbandonato il vecchio concetto di stazione come semplice luogo di transito di persone e merci, gli scali ferroviari italiani diventano degli hub funzionali alle necessità dei cittadini e nodo fondamentale di integrazione modale e sociale.
Va in questa direzione il programma di interventi che Rete Ferroviaria Italiana sta attuando in circa 620 stazioni dislocate su tutto il territorio nazionale, che da sole ospitano oltre il 90% dei viaggiatori del Paese.
La stazione viene ricondotta al centro di un sistema di mobilità sostenibile, con spazi e servizi in grado di garantire un’intermodalità sicura, rapida e intuitiva, ma anche ripensata come parte integrante della città e polo vitale delle smart city, capace di influire positivamente sulla riqualificazione dell’ambiente urbano, attraendo persone, nuove forze produttive e nuove energie.