Privatizzazione FSI: la Camera rallenta
Approvata dalla Camera con larghissima maggioranza la mozione presentata dal gruppo Sinistra Italiana sullo stop alla quotazione in Borsa del 40% del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. È passata anche, ma con meno voti, la mozione del Nuovo centrodestra che impegna il Governo a “proseguire la procedura di privatizzazione già avviata garantendo che la proprietà della rete resti pubblica ed al contempo assicurando gli obblighi del servizio pubblico e la maggioranza piena dell’azionariato dello Stato”.
Lo stop impegna l’esecutivo ad astenersi nell’immediato dal procedere alla messa sul mercato di quote pubbliche di FSI, almeno fino a quando “non avrà illustrato alle Camere in modo puntuale tutti gli aspetti e i risvolti economici, industriali, occupazionali e sociali” dell’annunciato piano di privatizzazione.
“Il rallentamento del Governo rispetto al processo di privatizzazione di una società sana come Fsi richiede un’analisi approfondita e un piano industriale serio e credibile che va messo a punto con estrema cura – ha spiegato il primo firmatario della mozione, Franco Bordo – Il principio affermato, grazie alla nostra mozione, è che qualunque iniziativa di privatizzazione deve avvenire attraverso il coinvolgimento del Parlamento, cosa che inizieremo a fare sin da subito chiedendo, dopo l’audizione già fissata del ministro dell’Economia Piercarlo Padoan, anche quelle di Delrio e dei nuovi vertici dell’azienda, peraltro appena rinnovati”.
Secondo Dorina Bianchi, prima firmataria della mozione del Nuovo centrodestra “In realtà tra il nostro testo e quello di Si non c’è conflitto. Loro chiedono che, prima di procedere alla privatizzazione, il Governo renda noto al Parlamento il piano industriale, noi, partendo dall’assunto che Fsi è una società che ha già in essere una ristrutturazione aziendale, chiediamo che la privatizzazione sia avviata perché la concorrenza può aiutare a migliorare i servizi. Inoltre va garantita la trasparenza dell’intero processo: ogni decisione deve essere comunicata al Parlamento”.