Se la strada continua a vincere sulla ferrovia…
Nel 2009, secondo il Ministero dei Trasporti, il traffico nazionale di passeggeri ha movimentato circa 960 miliardi di viaggiatori/chilometro. Di questi, oltre il 92% (più di 886 miliardi) sono stati prodotti dalla strada e circa il 5,8% (55 miliardi) si sono suddivisi fra treni, tram e metropoliane. Il traffico aereo ha movimentato l’1,5% del traffico (circa 14 miliardi di viaggiatori/chilometro), la navigazione lo 0,4% (3,6 miliardi). In altre parole, o meglio in altre cifre, il trasporto collettivo registra, nell’anno considerato, 176 miliardi di viaggiatori/chilometro, cioè il 18,3% del totale, mentre i restanti 784 miliardi (81,7%) vanno al mezzo privato, per la precisione il 73,7% alle autovetture e il 7,9% ai motocicli. Nell’ultimo decennio, infine, il treno ha perso circa 1,2 miliardi di viaggiatori/chilometro (circa lo 0,3% l’anno), l’automobile circa 9 miliardi (0,1%). A ritmo sostenuto invece la crescita dell’aereo (3,9% l’anno).
Per quanto riguarda il trasporto passeggeri su rotaia, oggetto dell’ultimo forum organizzato a Roma da Federmobilità, l’Italia ha una quota di mercato che si aggira intorno al 5,7%, più bassa della media europea (7,1%) e minore di Paesi come Francia (9,8%), Germania (8,1%) o Gran Bretagna (6,6%). Anche la dotazione italiana di infrastrutture lascia a desiderare: 283 km di binari per milione di abitanti contro i 481 della Francia e i 412 della Germania e 110 km di asfalto, sempre per milione di abitanti, contro i 176 di Francia e i 153 della Germania. Nel campo dell’Alta Velocità il primo posto spetta alla Spagna, con 35 km di rete per milione di abitanti. Seguono la Francia, con 30 km, e la Germania, con 16 km. L’Italia però, con i suoi 13 km, sta cominciando a guadagnare terreno grazie al completamento delle ultime tratte.
Sul fronte della mobilità stradale, la situazione italiana mostra dati sorprendenti: con oltre 600 veicoli ogni milione di abitanti nel 2008, l’Italia è il Paese con il tasso di motorizzazione più alto tra i maggiori dell’Ue ed è tra i primi 6-7 Paesi al mondo per intensità del fenomeno (colonizzazione industriale o persistente sindrome da ‘boom’ economico?) In Germania e Francia i veicoli scendono a 500, in Spagna a 490 e a 478 in Gran Bretagna. L’elevata densità abitativa crea però molti problemi nel gestire una mobilità che preferisce il mezzo privato a scapito di quello collettivo. E questo ricade direttamente sulla qualità della vita, se si calcola che noi italiani siamo esposti all’inquinamento da particolati per il 30% in più rispetto ai nostri concittadini europei. La soluzione potrebbe venire dall’Alta Velocità ferroviaria che, partita da poco, ancora attende di sfruttare le possibilità di una completa liberalizzazione del mercato, oggi ancora troppo sulla carta. Nell’ultimo forum di Federmobilità sul trasporto ferroviario passeggeri, l’ad di Ntv Giuseppe Sciarrone ha ribadito che l’azienda debutterà entro la fine dell’anno 2011. Nel frattempo le Fs sfrecciano: nel 2010 l’Alta Velocità ha registrato 20 milioni di passeggeri, con una crescita del 24% sul 2009 per la tratta Roma-Milano e del 23% sulla Milano-Napoli.
Vincenzo Foti