Treno, Uggè: no ai tagli, sì a una logica di sistema
In Italia, il trasporto merci per ferrovia è penalizzato da continui tagli di tratte e cancellazioni di treni. Sulle ragioni di questa situazione abbiamo ascoltato il parere di Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto.
Uggè, in un suo recente intervento lei ha parlato di tagli ai treni merci. Quali sono le conseguenze?
“E’ evidente. La nostra amministrazione ferroviaria cerca di recuperare una situazione gestionale che non copre i costi, cioè quella del trasporto merci, e quindi sopprime treni e chiude i terminal. La situazione è sotto gli occhi di tutti ed è molto preoccupante. Se non si potenzia la rotaia, è inutile poi lamentarsi della congestione delle strade”.
Secondo lei, la scelta di non mandare le merci su rotaia è dovuta a falle nel nostro sistema ferroviario?
“Per la verità, nel 2004-2005 l’introduzione della patente a punti, che inaspriva anche le sanzioni per il mancato rispetto dei riposi sui mezzi autostradali pesanti, ha provocato un incremento delle merci su ferrovia del 12 per cento. Lo stesso aumento si è avuto nel trasporto marittimo. E dopo la crisi economica globale, la movimentazione delle merci crescerà ancora”.
E l’incidente di Viareggio, di cui ricorre in queste ore il triste anniversario?
“Lì c’è il problema delle merci pericolose. Le nostre vie di comunicazione hanno un impianto medievale, perché attraversano moltissimi centri abitati. Si corrono rischi e questo spiega le conseguenze di Viareggio. Nel 2005 si era cercato, a livello governativo, di creare un protocollo unico per il trasporto delle merci pericolose che valesse per tutti i vettori. Ma è rimasto lettera morta”.
In molti casi, a differenza del treno, l’autotrasporto può portare i prodotti sotto casa. Non sarà questo a far preferire la strada?
“E’ chiaro che, sotto i 300 chilometri, la strada vince. Ma visto che si sono tagliate tratte ferroviarie di 800-900 chilometri, perché non istituire grandi direttrici ferroviarie dedicate che colleghino tra loro, per esempio, i porti?”
Pochi giorni fa a Roma è nato Railway2020, un mercato unico europeo per lo sviluppo ferroviario. Secondo lei può aiutare le merci?
“Può aiutarle senz’altro, specie se si liberalizzano le tratte e si facilita l’accesso ai nuovi soggetti. Ma il segreto è creare un sistema razionale, sfruttando l’intermodalità, e costruire una vera logica di sistema”. Vincenzo Foti