Un piano da 300mln di euro per sviluppare le linee regionali ferroviarie interconnesse
Le linee regionali ferroviarie interconnesse con la rete ferroviaria nazionale entreranno a far parte a pieno titolo del mercato ferroviario italiano. Lo prevede un piano da 300 milioni di euro del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, elaborato grazie alle indicazioni tecniche dell’Agenzia Nazionale della Sicurezza Ferroviaria. Come spianare la strada per rendere quanto più possibile diritto e celere il percorso tecnologico di standardizzazione delle reti ferroviarie regionali interconnesse alla luce dei nuovi scenari normativi ed operativi è al centro del convegno organizzato dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie, in collaborazione con l’Asstra, oggi a Roma.
Sono 41 le linee regionali interconnesse innervano il territorio di 10 regioni, con circa 2000 Km di binari e 20 milioni di treni-chilometro all’anno e rappresentano una parte essenziale per l’integrazione e l’efficienza di tutto il sistema di mobilità collettiva del Paese. Hanno una storia che parte da lontano, praticamente tutte affondano le loro radici agli inizi del secolo scorso, sono anche un patrimonio sociale e culturale prezioso, oltre ad avere un peso specifico essenziale nella prospettiva di sviluppo dei territori.
Passate sotto la giurisdizione dell’Ansf nel settembre del 2016, in quanto connesse alla rete nazionale ferroviaria, hanno avviato un processo di aggiornamento tecnologico dei sistemi di sicurezza secondo gli standard nazionali in linea con le esigenze e la logica dell’interoperabilità del sistema ferroviario europeo. Un’operazione complessa, sulla quale ha puntato il Mit: in prospettiva queste linee ferroviarie potranno far parte a pieno titolo del mercato ferroviario italiano, liberalizzato e aperto alla concorrenza.
“Il passaggio delle reti regionali nell’ambito di giurisdizione dell’Agenzia sta richiedendo un cambiamento organizzativo, tecnico e culturale delle società che gestiscono e operano su queste linee – ha dichiarato Amedeo Gargiulo, Direttore dell’ANSF – Dopo un anno di lavoro, possiamo dire che i processi sono stati avviati, ma non tutti procedono secondo i ritmi preventivati. Grazie al Piano nazionale per la sicurezza ferroviaria fortemente voluto dal ministro Delrio possiamo contare su risorse certe per superare il gap tecnologico. Nel frattempo la sicurezza è garantita da misure cautelative che l’Agenzia ha imposto e che, a parte le proteste del primo momento, stanno funzionando. Ci auguriamo di poterle archiviare in tempi brevi e comunque nel corso del 2018. L’Agenzia si adopererà in termini sollecitatori nei confronti dei diversi interlocutori, come già fatto una prima volta con una lettera dello scorso mese di agosto, visto che i titoli autorizzatori precedentemente rilasciati dal Ministero non possono essere considerati una garanzia sine die.”
“Per anni abbiamo sollecitato dallo Stato interventi e finanziamenti adeguati per le reti regionali che fossero almeno al passo con l’impegno profuso per la rete nazionale gestita da Fs – ha ricordato Massimo Roncucci, presidente dell’Asstra – l’associazione maggiormente rappresentativa in Italia delle imprese di trasporto pubblico locale ed in particolare delle imprese e dei gestori delle reti ferroviarie regionali – Qualche volta ci siamo spinti a definire “figli di un Dio minore” i milioni di pendolari delle reti regionali a fronte dei passeggeri dell’Alta velocità. Oggi questo strabismo della politica sembra finito e possiamo guardare a questo scenario come a cose del passato. Sul versante delle risorse, il piano nazionale della sicurezza ferroviaria, varato dal ministro Delrio nei giorni scorsi, ha aperto un varco positivo, che permetterà di realizzare gli interventi più urgenti anche se all’appello mancano ancora altri milioni di euro per completare gli interventi. Sul versante delle regole la collaborazione, trasparente ed efficace con ANSF e l’impegno delle reti coinvolte è a dir poco essenziale. L’incontro di oggi ne è una testimonianza concreta”.